Urban Soundscapes, Pistoia, 26-27 April, 2018

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|“ Risuonare la città” |     Soundwalks Pistoia    26-27 Aprile 2018

Risuona la città – Interventi di eccitazione acustica dei luoghi a mezzo musicale.

 

Paesaggi Sonori Urbani 

 

Far risuonare la città con l’aiuto di musicisti fisici, acustici, capaci di eccitare non solo col proprio strumento – microarchitettura acustica eseguibile – ma anche colla propria prassi musicale, luoghi speciali del paesaggio sonoro urbano.

Presenze ed azioni di carattere fortemente metacompositivo, che cercherò di orchestrare, a supporto dell’esplorazione soundwalk.

Musicisti quindi come abitatori prototipici dello spazio-città, capaci di ispirare modelli nuovi e extra-ordinari di relazione urbana, istruttori di sorprendenti consapevolezze storiche e potenziali della città di Pistoia: suggestioni poi raccolte e intensificate dall’esperienza di lettura e interrogazione soundscaping, nella prospettiva metodologica di offrire una più ampia dotazione espressiva ai progettisti della città del futuro.

 

Il tema ricorrente delle mie perlustrazioni teoretiche e applicative è forse più un gruppo di problemi fittamente intrecciati: lo spazio logico e fisico dell’interazione uomo-comunità, la tecnologia come stato relazionale, mediativo, funzionale e fiduciario; il rapporto mente/conoscenza/memorizzazione/accessibilità e distribuzione fisica delle fonti; i rapporti uomo/comunità/conoscenza/prassi-predittive-esplorative-espansive (artistiche e scientifiche); intelligenza umana/etica della decisione generalista/pacificazione dei conflitti localistici; radicalizzazione delle prassi umane di didattica della storia e delle prassi creative nel complesso dei sistemi di apprendimento, autonomia e solidarietà. Il tutto tenuto assieme… dalla musica. Il piano immateriale della relazione percezione/memoria/ritualità/trasmissione musicale e musico-rituale, (rac)colta nello spazio del suo svolgimento storico.

 

L’ambito della sperimentazione urbana, coi miei giardini sonori prima, e oggi con eventi sur-reali (come nel caso della città risuonante), ha da sempre offerto l’occasione per un’intensa eccitazione delle proprietà materiali e relazionali degli habitat prescelti e delle loro comunità e inerenti ritualità/idiosincrasie. Assieme al comitato scientifico dell’evento pistoiese, abbiamo individuato luoghi di grande varietà acustico-ambientale in Pistoia, tracciati di storie vissute, viventi e innanzitutto rispondenti al bisogno della città contemporanea di dinamicizzare i rapporti fra culture variamente stratificate e ri/emergenti, eppur mutanti, singolarmente o in assieme, cercando i loro naturali straordinari punti di confine, contatto e di reciproca eccitazione e liberazione a mezzo musicale.

 

Il condizionamento e la co-azione (sincronizzazione) mediatica postmoderna, predilige meccanismi riduzionistici di rapida superficie, efficienti nella velocizzazione dei contenuti di contatto, solidarietà e finalizzazione (fidelizzazione) – una quasi-netta rottura del sistema di mediazione a favore dell’immediazione, sebbene il ciclo sia strumentale alla nascita di nuove forme di mediazione/mediaticizzazione della rappresentazione di comunità – paradossalmente sempre più micro-centrica. I cicli sintetico-linguistici capaci di tenere a battesimo le nuove comunità, si stanno costituendo: automazioni e gestioni della complessità che pongono di nuovo l’umano di fronte alla definizione della propria identità di specie e del relativo habitat di contenimento.

 

L’esperimento pistoiese predilige una forma ancora evidente della mediazione culturale musico-gestuale: la scoperta istruttiva delle proprietà acustico-relazionali dei luoghi è infatti affidata a musicisti professionisti o semi-professionisti, in larga parte pistoiesi, ed è giocata su quel piano di immediatezza che risveglia le prassi dell’oralità e dell’accadimento sincronico, attuata attualmente: che l’offerta sia immediatamente bene pubblico. Dove il valore risiede nell’interazione e nel presente, nel farsi assieme, più che nella pre-conoscenza dei modi (da cui il meccanismo della moda, dal già visto, condiviso, avvalorato, deprivato per suo statuto). Così determinando produzione estetica (non anestetica), in quanto fare e percepire si fondono, provocando-sedimentando nella cultura urbana una nuova propria musica – tracce di ordinaria singolarità.

 

Una progettazione urbanistica per il futuro delle città altamente informazionali, richiede attenzione alla stratificazione di valori e conoscenze dinamicamente distribuiti, architetture del senso dalla formazione e vocazione partecipativa, ricordabile, ultra-accessibile, sempre rintracciabile, ibridazioni illimitate di reale, virtuale e potenziale. La domanda frequente è sul tempo e l’etica della transizione, la temporalità del male, sul rischio (platonico-percepito) della evanescenza della mediazione di fronte alla potenzialità immorale e rivoluzionaria della disponibilità di tutte le storie.

Pensiamo ai cicli sintetici nella musica Pop, allo sforzo titanico che ha visto il jazz e la popular music in meno di 100 anni attraversare l’immenso dominio che dalla musica orale conduce alla piena libertà formale e gestuale; percorso che alla musica codificata ha richiesto più di 800 anni.

Oggi possiamo ben dire che un selezionatore di programma musicale (dj in forma libera) è un compositore di stati relativi, in questo senso orchestrare il paesaggio sonoro della città è professione ultramoderna e ultraspecialistica, non basterà saperne solo di composizione, di soundscape o di urbanistica: appunto, nuove discipline stanno per nascere, sappiamole cogliere e mostrare ai futuri professionisti dei linguaggi simbolici.

Gli eventi di eccitazione musico-acustica della città permetteranno di raccogliere la sfida della prassi estetica come luogo di sintesi e concentrazioni storiche sempre ispiratrici, luoghi di condivisione e apprendimento, rileggendo e ridisponendo della diversità interstorica in chiave programmatica, rendendola il luogo dei luoghi di cui l’intelligenza adattiva umana avrà bisogno, per competere con le molte forme di accelerazione dell’intelligenza pratica e guidare le nuove generazioni verso forme di decisione (ecologicamente-estensivamente) pertinenti e (radicalmente) sorprendenti/proiettanti

  • open up, fellow citizens, always keep your world open and representative of what is not yet.

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| the city resonates | Soundwalks  | Pistoia April 26-27, 2018

Interventions of acoustic excitement of urban places and zones by means of music.

 

Make the city resonate with the help of physical musicians, able to excite special places of the urban soundscape, not only with their instrument – executable acoustic micro-architecture – but even more with their musical practices.

Presences and actions of a strongly metacompositional nature, which I will orchestrate, in support of the Antonella’s soundwalk explorations.

Musicians, therefore, as prototypical inhabitants of the space-city, capable of inspiring new and extra-ordinary models of urban relationship, instructors of surprising historical and potential awareness of the city of Pistoia: suggestions then collected and intensified by the experience of reading and questioning while soundscaping, in the methodological perspective of offering a wider expressive endowment to the designers of the city of the future.

 

The recurring theme of my theoretical and applicative explorations is perhaps more a group of tightly interwoven problems: the logical and physical space of human-community interaction; technology as a relational, mediative, functional, and trusting state; the relationship of mind/knowledge/memorisation/accessibility and physical distribution of sources; human/community/knowledge/expansive-predictive-practices (artistic and scientific); human intelligence/ethics of generalist decision-making/pacification of localist conflicts; radicalisation of human practices of history teaching and creative practices in the complex of systems of learning, autonomy, and solidarity. All held together… by music. The immaterial plane of the relationship between perception/memory/rituality/musical and musical-ritual transmission, (collected) in the space of its historical development.

 

The field of urban experimentation, first with my sound gardens, and now with surreal events (as in the case of the resonant city), has always offered the occasion for an intense excitement of the material and relational properties of the chosen habitats and their communities and inherent rituals/idiosyncrasies. Together with the scientific committee of the event in Pistoia, we have identified places of great acoustic-environmental variety in Pistoia, traces of lived, living histories and above all responding to the need of the contemporary city to dynamize the relationships between variously stratified and re-emerging, yet mutant, cultures, singularly or together, searching for their natural extraordinary points of border, contact and reciprocal excitement and liberation by means of music.

 

The postmodern media conditioning and co-action (synchronisation), prefers reductionist mechanisms of rapid surface, efficient in the speeding up of the contents of contact, solidarity and finalisation (fidelizaotion) – a near-breaking of the mediation system in favour of immediation, although the cycle is instrumental to the emergence of new forms of mediation/mediazation of community representation – paradoxically more and more micro-centric. The synthetic-linguistic cycles capable of baptising the new communities are being constituted: automations and managements of complexity that once again place the human in front of the definition of his own identity as a species and of the relative habitat of containment.

 

The Pistoia experiment prefers a form that is still evident in the cultural and social mediation of music-gesture: the instructive discovery of the acoustic-relational properties of the places is in fact entrusted to professional or semi-professional musicians, for the most part from Pistoia, and is played on that level of immediacy that awakens the practices of orality and synchronic happening, implemented-while-happening: hence the offer is immediately a public good. Where the value lies in the interaction and in the present, in the making together, more than in the pre-formats of the existing-ways (hence the mechanism of fashion, from the already seen, shared, corroborated, deprived by its statute). Thus determining aesthetic production (beyond an-aesthetics and repetition), insofar as doing and perceiving merge, provoking-sedimenting in urban culture a new music of its own – traces of ordinary singularity.

 

An urban planning for the future of highly informational cities, requires attention to the stratification of values and knowledge dynamically distributed, architectures of sense from the formation and participatory vocation, rememberable, ultra-accessible, always traceable, unlimited hybridisation of real, virtual and potential. The frequent question is about time and the ethics of transition, the temporality of evil, the (Platonic-perceived) risk of the evanescence of mediation in the face of the immoral and revolutionary potential of the availability of all stories&histories. 

 

Let’s think of the synthetic cycles in Pop music, of the titanic effort that has seen jazz and popular music in less than 100 years cross the immense domain that leads from oral music to full formal and gestural freedom; a path that took more than 800 years for codified music. 

Today we can well say that a selector of musical program (Dj in free form) is a composer of relative states: in this sense orchestrating the soundscape of the city is an ultra-modern and ultra-specialistic profession, it is not enough to know about composition, soundscape or urban planning: indeed, new disciplines are about to be born, let’s dig on how to grasp them and show their entanglements to the future professionals of symbolic languages and social design as well – namely social media de-sign..… 

The events of musical-acoustic excitement of the city will allow to take up the challenge of the aesthetic praxis as a place of inspiring active synthesis and historical re-elaborations, places of sharing and learning: rereading and rearranging the inter-historical diversity in a programmatic key, planning the place of places needed by human adaptive strategies, to compete with the many forms of acceleration of new and old risks and guide the new generations towards (ecologically-extensive) relevant and (radically) surprising/projecting forms of intelligence and its constant decision-making. 

- open up, fellow citizens, always keep your world open and representative of what is not yet.

 

Lorenzo Brusci, Berlin, March 2018

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